STORIA E FEDE

Chiese e Oratori di Baveno

Poche sono le notizie riguardanti la Chiesa di San Pietro Martire ad Oltrefiume, la più popolosa frazione di Baveno.

Chiesa di Oltrefiume

Nella “Storia del Lago Maggiore” del De Vit troviamo un primo accenno a proposito dell’esistenza di un “Oratorio di San Pietro Martire in Treffiume” già agli inizi del Seicento come testimonia lo stile dell’altare.

C’è comunque un vuoto di testimonianze sicure per circa due secoli. Poi, un prezioso documento rinvenuto negli archivi parrocchiali di Baveno, attesta che nel 1832 un certo Pasquale Polli di Oltrefiume fonda  nell’Oratorio di San Pietro Martire una “cappellania laicale” che sta 

ad indicare  una istituzione con fine di culto in una determinata chiesa o cappella. Un sacerdote cappellano garantiva così la cura d’anime dell’Oratorio. Soppressa la “Cappellania Polli” nel 1867, nell’Oratorio venne a prestare servizio un coadiutore di Baveno. E tale situazione rimase invariata fino al primo gennaio 1957, data in cui l’allora vescovo di Novara, Mons. Gilla Vincenzo Gremigni, su sollecitazione della popolazione locale, eresse la chiesa di Oltrefiume a nuova parrocchia.

Chiesa di Oltrefiume

La struttura

La Chiesa è dedicata a San Pietro Martire, predicatore domenicano (1200 – 1252). La struttura dell’edificio è di epoche successive. Il pronao con volte a botte che poggia su quattro colonne in granito locale sormontato da un timpano triangolare risale con ogni probabilità al 1806. La chiesa, con copertura in piode, è a navata unica con nicchie laterali e a terminazione piatta come la parete di fondo dell’abside. La sacrestia, addossata in epoca successiva, ha la copertura con un livello di gronda più basso.

Tra i due edifici svetta una semplice cella campanaria in pietra. All’interno, sopra l’altare, è la statua lignea della Madonna Pellegrina e in una nicchia a destra un crocifisso in marmo di pregiata e antica fattura. L’ultimo restauro,  realizzato negli anni Ottanta del secolo scorso, ha ridato all’edificio dignità e decoro, rendendolo più luminoso, con un effetto prospettico di maggior profondità, grazie ad una volta cassettonata, dipinta sulla parete di fondo dell’abside.

 

Chiesa di San Carlo a Feriolo

Le origini della Chiesa di San Carlo risalgono al XVII secolo, quando il Conte Carlo III Borromeo (1580 – 1625) fece costruire sulla riva del lago delle stalle per l’allevamento di giumente olandesi. Il maestoso progetto barocco rimase incompiuto, ma un locale fu trasformato in Oratorio, dedicato a San Carlo Borromeo, che ampliato nei secoli successivi diventò parrocchia nel 1831.

La dedicazione a San Carlo trova ulteriori ragioni negli scritti del biografo dal Santo, Giovan Pietro Giussani. Nella particolareggiata descrizione delle Visite Pastorali si cita per ben due volte Feriolo quale luogo di attracco e di breve sosta nella navigazione del lago, che San Carlo percorreva su una povera imbarcazione per raggiungere anche i luoghi più periferici della sua vasta Arcidiocesi, fino ad Ascona.

La facciata della Chiesa di San Carlo

Sulla facciata è segnato il livello raggiunto dall’innalzamento del lago nel 1868, quando le acque giunsero sino a sette metri sulla magra ordinaria; mentre la data sul perimetrale del sagrato ricorda l’alluvione del 1993. La facciata è scandita da quattro lesene, che proseguono anche nella parte superiore e il coronamento è un timpano triangolare con sbiadito affresco raffigurante il Borromeo. L’interno è a navata unica con quattro cappelle laterali coperte da volte a botte e delimitate, le due più prossime all’abside, da balaustre in granito. Degne di nota sono le ricche balaustre settecentesche e l’altare in marmi policromi del presbiterio. Tutte le pareti sono scandite da lesene in marmorino nero con capitelli corinzi in stucco dorato.

La chiesa ha subito un radicale restauro pittorico negli anni Novanta del secolo scorso con il recupero dell’originario pavimento in pietra locale e la riapertura del coro, per anni isolato dalla chiesa perché occupato da un attiguo piccolo monastero. Degna di nota la preziosa statua della Madonna del Rosario del XVIII secolo e un ex voto che ricorda il disastro di Feriolo del 15 marzo 1867, quando una frana travolse parte del paese che venne inghiottito nelle acque del lago.

Chiesa di Feriolo

Oratorio della Madonna della Scarpia

È un edificio di sobrio gusto barocco, a pianta poligonale delimitato da lesene, cornici e da uno slanciato portale con stipiti in granito e timpano a riccioli. Si trova su un terrazzo sopraelevato lungo il rettilineo che conduce a Gravellona, a 1,5 km da Feriolo.

Un antico documento d’archivio ricorda la visita di Isabella D’Adda, la moglie di Carlo III Borromeo, alla quale il marito dedicò la costruzione del Palazzo e dei Giardini dell’isola Bella.

L’Oratorio, posto in prossimità di una cava di granito rosa, venne riedificato dagli scalpellini all’inizio del Settecento, inglobandovi un’antica edicola con la bella immagine cinquecentesca della Vergine seduta in trono che regge il Bambino Gesù sulle ginocchia. Negli anni scorsi, una forte infiltrazione di umidità, dovuta ad uno smottamento del terreno retrostante, ha gravemente compromesso l’affresco. Nell’interno disadorno si conserva la statua di San Rocco.

Chiesa della Madonna della Scarpia

L' Oratorio della Madonna della Scarpia

Il piccolo Oratorio della Madonna della Scarpia è un edificio settecentesco addossato alla roccia della montagna e che conserva un’immagine della Vergine databile al XVI secolo.

Madonna della Scarpia

Chiesa di San Giuseppe a Romanico

La Chiesa, costruita nel 1633, venne forse fatta edificare dalla famiglia Rabaioli Apostoli di Lesa. Ha pianta ottagonale e abside esterna al perimetro dell’ottagono, con terminazione piatta. In facciata un piccolo pronao con due coppie di colonne binate in granito locale la cui dimensione si ripete sul muro della facciata con due lesene e capitelli; all’interno un affresco sulla parete dell’abside rappresenta la Sacra Famiglia intenta al lavoro, opera di Pietro Gaddia, un artista locale del secolo scorso, particolarmente attivo nell’affrescare le chiese del territorio. 

In una nicchia laterale è collocata una grande statua in legno di San Giuseppe. Proseguendo lungo la via che parte dalla Chiesa, si allineano diverse case tipicamente rurali con ballatoi, scale esterne e portali in granito. Giunti nel rione Milnese, addossata ad una abitazione settecentesca al centro del piccolo nucleo antico, si trova la cappella della Madonna delle Grazie con le pareti interne affrescate con l’immagine della Beata Vergine e di alcuni santi taumaturghi.

Chiesa di S. Giuseppe - Romanico
Chiesa di S. Giuseppe - Romanico
Chiesa della B.V. Addolorata - Roncaro
Statua Lignea B.V. Addolorata - Roncaro

Chiesa della B.V. Addolorata a Roncaro

La Chiesa, posta su un terrazzamento nel cuore della bella frazione che domina una porzione di lago, reca sul frontone del portico, costruito negli anni Venti dell’Ottocento riutilizzando le colonne di granito provenienti dalla Chiesa di Stresa, l’immagine della Madonna trafitta dai sette dolori, raffigurati da sette spade.  Lo stesso tema viene esplicitato da un brano di San Bernardino da Siena scritto sulla facciata. Le origini dell’Oratorio risalgono al Settecento, come riportato in un memoriale, datato 1761, che ricorda la sua costruzione e la particolare devozione da parte della popolazione locale. Il piccolo edificio è a navata unica e mantiene la struttura tipica delle chiese rurali di questa zona: pianta pressoché rettangolare, senza abside, con campanile addossato al corpo centrale a ridosso della facciata, costruito nel 1830 e rifatto nel 1864. All’interno, nell’unica cappella sul lato sinistro, è collocata la bella statua settecentesca della Madonna Addolorata. Sull’altare al centro è stata trafugata la preziosa tela della Deposizione sostituita con un gruppo ligneo della Pietà proveniente dall’Isola Pescatori.

Chiesa di San Fermo a Loita

La bella Chiesa bianca, che domina il lago, è dedicata a San Fermo, raffigurato in un lunotto sopra la porta d’ingresso. Nell’ invocazione devozionale scritta sotto l’immagine compare anche Sant’Antonio di Padova, raffigurato sulla parete retrostante:

“S. Fermo Martire di Loita protettor che siete virtute e grazie colle mani dal cielo spandete e voi S. Antonio che stupendi miracoli faceste difendeteci sempre da turbini e tempeste”.

Le prime notizie dell’Oratorio risalgono al 1673. La Chiesa, a pianta rettangolare, ha due cappelle affiancate lateralmente all’unica navata ed un portico di ingresso del 1873 sorretto da quattro colonne in granito simili a quelle della vicina Chiesa della Madonna della Neve. Il corpo centrale è coperto da volta a botte, mentre le cappelle laterali sono sormontate da volticini ad ombrello.

L'interno della chiesa

La copertura della zona presbiterale è una bella semicupola, tagliata da finestre laterali. Ricche decorazioni barocche adornano l’interno della Chiesa con statue dei santi protettori: a sinistra la cappella di Santa Barbara, patrona dei minatori, fatta edificare dopo un tragico incidente avvenuto alla locale miniera di polvere da sparo della ditta Salvi-Locatelli nel 1905, a destra la cappella dedicata a S. Fermo. 

Sopra l’altare maggiore vi è una pala affrescata raffigurante la Madonna e il Bambino in gloria con i Santi Barbara e Antonio.

Le balaustre in granito rosa recano la data del 1848 e furono fatte scolpire dai reduci della battaglia di Novara della Prima Guerra di Indipendenza. Nella Sacrestia retrostante il presbiterio troviamo una interessante iscrizione ottocentesca della Fabbriceria, che descrive i festeggiamenti di un tempo, e alcuni dipinti ex voto.

Chiesa di S. Fermo - Loita
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