STORIA E FEDE
Il complesso monumentale della Chiesa Prepositurale di Baveno è certamente uno dei più suggestivi del territorio novarese e può, a ragione, essere definito una felice sintesi storica di spazi e di architetture che hanno saputo “ritagliare” nel centro abitato un’area sacra, isolata e al tempo stesso fortemente connessa col tessuto urbano.
Giungendo dal lago, si ascende un’ampia gradinata sostenuta su un lato da poderose mura. Salendo si scorgono le canoniche, l’abside della chiesa con l’orologio solare, la poderosa torre campanaria, il battistero ottagonale, il frontone classicheggiante del lungo porticato della Via Crucis.
Le testimonianze più significative delle origini romane di questo luogo sono le due iscrizioni murate sulla facciata della Chiesa.
A queste si aggiunge la stele ritrovata nel 2000 durante lavori edilizi per la sistemazione di una sala parrocchiale (oggi Sala Nostr@domus): una stele funeraria del primo secolo d.C., reimpiegata in una parete dell’edificio.
Il più antico documento che cita la Pieve di Baveno è la “Conferma dei beni” di Papa Innocenzo II al Vescovo Litifredo del 1133, ma è probabile che la Pieve fosse ancora più antica, una delle primitive grandi pievi rurali. A testimoniare l’antichità della chiesa plebana restano il Battistero e la dedicazione ai santi martiri Gervaso e Protaso, il cui culto fu diffuso da S. Ambrogio nell’ampio territorio della diocesi milanese, comprendente anche parte della sponda occidentale del lago.
Il Battistero di Baveno, databile al V secolo, è un edificio a pianta quadrata all’esterno e ottagonale all’interno. Una volta a spicchi copre l’intero vano.
Non si hanno notizie del fonte originario ad immersione, le cui tracce sussistono probabilmente sotto il pavimento attuale del Battistero.
Tra l’XI e il XII secolo la parte superiore dell’edificio venne sopraelevata.
La volta ad ombrello venne poi interamente affrescata agli inizi del XVI secolo. Affreschi ottocenteschi decorano le pareti e le nicchie semicircolari, svolgendo il ciclo pittorico della vita di San Giovanni Battista a cui è dedicato il Battistero. Tutto l’edificio ha subito un importante restauro completato nel 2010.
La Chiesa dedicata ai due martiri romani, i cui corpi furono ritrovati in Milano da S. Ambrogio nel 386, mantiene solo parzialmente l’originaria struttura romanica. Edificata agli inizi del XII secolo, solo successivamente, il 25 luglio 1345, veniva consacrata dal Vescovo Amidano. Il fascino della facciata romanica deriva dal semplice andamento a capanna, spartita in due parti da una cornice marcapiano. Al centro è l’ampio portale ad archivolto, strombato con tre modanature, sorrette all’imposta da capitelli scolpiti. Nella parte superiore si notano le tracce di due bifore murate. Una serie di archetti pensili incornicia con sobria eleganza la facciata. La torre campanaria, con struttura indipendente dalla chiesa, è stata edificata tra il 1050 e il 1075. Raggiunge con la cuspide la notevole altezza di mt. 34,60. Le caratteristiche romaniche della torre si individuano appena nella regolare scansione delle sei specchiature delimitate nella parte superiore da archetti pensili marcapiano. Lungo i quattro lati si sviluppano le strette aperture a monofora, bifora e trifora, ora quasi totalmente murate.
L’interno ad unica navata è il risultato di un totale rimaneggiamento sviluppatosi in successivi interventi.
Le sei cappelle si ebbero nel sec. XVIII. La grande volta a botte si chiude in corrispondenza di un’ampia arcata con al centro un grande crocifisso del XVI secolo. Lungo le profonde lesene laterali che reggono l’arcata si sono riscoperti brani di antichi affreschi. Oltre le lesene, le pareti e la volta si saldano all’abside poligonale rifatta nel 1607.
Sulle pareti laterali si trovano due opere di rilievo: sul lato sinistro “L’Annunciazione” di Camillo Procaccini (1551-1629). Sul lato destro il “Sacrificio di Isacco” attribuito al “Maestro di Baranello”. Nella cappella di “Santa Lucia” è posta la tela che raffigura la santa ad opera di Isidoro Bianchi (1602 – 1690) della scuola Morazzone. Sul lato opposto vi è una grande pala d’altare settecentesca con San Francesco di Sales che riceve il cordone benedetto da San Francesco di Paola. Nella cappella dell’Immacolata, la prima a destra, si trova la tela dei “Santi Gioachino ed Anna con Maria Bambina”. Nella cappella contrapposta è collocato in una teca uno stendardo processionale con l’immagine dei Santi Patroni.
La cappella della Madonna del Rosario è stata interamente affrescata nel 1958 con un ciclo di affreschi del pittore divisionista Vanni Rossi (1894–1973). Le due cappelle, del Crocifisso e di san Francesco di Sales, conservano due paliotti d’altare con tarsie in scagliola.
Ma le opere più preziose sono quelle conservate nella cappella del Crocifisso. Sono due tavole di identiche dimensioni dipinte da Defendente Ferrari (1485- 1540): “L’Adorazione della Vergine” e la “Presentazione di Gesù al Tempio”, donata alla chiesa dall’inglese sir Charles Henfrey verso la fine dell’Ottocento.
È considerato uno dei più bei sagrati del lago. L’intera area, fino agli inizi dell’Ottocento, era occupata dal cimitero e solo nel 1839, con l’edificazione del lungo porticato e l’adattamento di una cappella funeraria a XIV stazione della Via Crucis, ha assunto le attuali caratteristiche spaziali.
Piazza della Chiesa
Baveno 28832 (VB)
Piazza San Pietro Martire
Baveno 28831 (VB)
Via Della Chiesa
28831 Feriolo (VB)