Nell’affrontare l’argomento di questa serata mi è sembrato importante fare memoria e ritornare un po’ indietro con gli anni per riscoprire il cammino fatto nella valorizzazione dei nostri anziani, perché, se gli ultimi anni segnati dalla pandemia, hanno visto crescere condizioni di forzato segregazione e favorito l’individualismo, il nostro passato di comunità, sia civile che religiosa, è davvero ricco di esperienze di aggregazione che è giunto il tempo di riavviare con rinnovata creatività.
Senza voler ripercorrere la storia della Casa dell’Anziano, è importante citare la tenacia di Mons. Domenico Colli, l’impegno del Comitato Promotore e la ricca e feconda esperienza del Volontariato della Associazione di Solidarietà Sociale in specifici servizi e della Caritas con l’animazione e i laboratori , in un rapporto di sinergia con il pubblico servizio. Da questa vicenda avviata nel 1970 e che ha visto l’apertura della Casa dal 1979 al dicembre 2022, emerge costantemente una particolare attenzione verso la condizione delle persone anziane, che si è espressa in vari modi.
Da prima, con una memorabile indagine conoscitiva svolta dai giovani e successivamente con tante occasioni di aggregazione sviluppatesi nel corso degli anni presso il Centro d’Incontro, per fare della Casa non un “ricovero”, ma una struttura aperta all’attenzione e alla partecipazione dei bavenesi.
Oggi il progetto di riqualificazione della Casa Albergo “Chiara Mattazzi” ha l’obiettivo di riconvertire la struttura in un complesso abitativo di senior housing, inserendolo pienamente nel contesto sociale e abitativo del territorio e valorizzando in particolare tutti gli spazi del piano terra come luoghi di aggregazione delle persone anziane.
Anche nell’ambito della Comunità Parrocchiale, la Caritas, voluta da don Alfredo fina dai suoi primi anni a Baveno, si è fin da subito caratterizzata per la valorizzazione delle persone anziane. Come non ricordare il qualificato Convegno dell’ottobre 1992 sugli Anziani non autosufficienti, che si poneva come un campanello d’allarme sulla realtà dell’invecchiamento e della dipendenza. Ricordo il monito di un relatore, che diceva: “E’ inutile tentare di aggiungere anni alla vita se poi non prepariamo vita per gli anni aggiunti” . Ricordo l’impegno fattivo a costituire, anno dopo anno, la Mappa della Sofferenza. Una rete di rapporti tra anziani e disabili costretti in casa e i nostri volontari, nel tentativo di monitorare le situazioni di cronicità e malattia di un considerevole numero di persone sul nostro territorio e la bella consuetudine di ricordare, con un segno augurale nel giorno del compleanno, gli anziani che raggiungono i novant’anni e oltre.
Infine c’è il grande capitolo dell’animazione che ha impegnato la nostra Caritas dai primi anni novanta fino al 2006 in maniera continuativa. Tanti pomeriggi di incontro con una impostazione semi-culturale alla quale hanno aderito scrittori, storici, medici, botanici, economisti e artisti vari, ma nei quali non sono mancati momenti di festa, di labora
Il tutto arricchito da due gite annuali che sono proseguite anche dopo quegli anni, alla scoperta di località della provincia piemontese e di borghi e città del nord Italia.
Negli anni, si era così costituito un gruppo che nello stare insieme, in Comunità, non solo aveva saputo vincere condizioni di solitudine, ma favoriva la crescita di nuove amicizie, con opportunità preziose per manifestare disponibilità, generosità ed entusiasmi inaspettati.
Concludo affermando che oggi, riproporre in modo nuovo tutto questo non sarà facile. Si tratterà di affrontare insieme la sfida contro l’individualismo imperante, contro chi vorrebbe truccare la vita dei vecchi con i colori della giovinezza, si tratterà di riscoprire le virtù profetiche della vecchiaia che sono la libertà, il dialogo, la gratuità, la memoria e la preghiera.

Pier Mario Locatelli

Last modified: 17 Marzo 2023
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