Non molto tempo fa, un mio amico prete, originario di quell’affascinante e misterioso mondo che è il continente nero, mi ha confidato che molte persone convertite al cristianesimo stanno ora ritornando alle loro credenze primitive e a professare di nuovo le religioni animiste dei loro padri.
Perché questo?
Molti dicono di sentirsi ingannati.
Non certo a causa di una subdola evangelizzazione dei nuovi missionari, che non si sono mai risparmiati verso le popolazioni indigene, soprattutto prestando attenzione alle loro necessità primarie ed offrendo pari dignità e forze liberanti dalla povertà.
Ma ingannati e sfruttati dalle potenze economiche occidentali, questo sì, visto che in Africa si è fatto man bassa di tutte le ricchezze presenti in quel continente.
Allora dove sta l’inganno cosiddetto “religioso” che i popoli dell’Africa ritengono di aver subito?
Forse (ho pensato) sta nel fatto che il cristianesimo, se vissuto con fede coerente e profonda, apre continui interrogativi all’uomo moderno, così abituato a cercare il proprio benessere in una vita senza molti problemi.

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