La Caritas di Baveno, dopo questo tempo di pandemia, che ha interrotto tante relazioni tra le persone e provocato povertà e sfiducia in molte famiglie, vedendo aumentare in modo considerevole le richieste di aiuto non solo alimentare, ha pensato di proporre un progetto di “adozione a vicinanza”, chiamandolo “Progetto Tobia”, in riferimento al protagonista del libro biblico, famoso per le sue elemosine e per il sostegno ai fratelli in difficoltà.

Tale progetto, a differenza delle molte iniziative missionarie che prevedono una “adozione a distanza” di qualche bambino per il suo sostentamento e la sua scolarizzazione, intende invece mettere in diretto contatto persone o famiglie bisognose con persone o famiglie della nostra città, disposte a prendersi cura del loro disagio. Lo scopo, infatti, non è soltanto quello di un sostegno economico o abitativo, ma di intessere una vera e propria relazione di conoscenza, di amicizia, di aiuto a chi si trova nel bisogno; anche senza farsi carico di tutte le problematiche dell’altro, ma instaurando un rapporto di vicinanza che aiuti a rendere concreta la carità.

Per tale motivo, ho pensato di proporre una riflessione che partisse proprio dal libro di Tobia, fino a giungere a definire, in maniera chiara ed evidente, il significato della carità: carità che si fa relazione (attenta, rassicurante, rispettosa), come è stata intesa nella nostra fede cristiana a cominciare dal periodo apostolico.

Last modified: 15 Novembre 2020
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